Come ogni anno si ripete la solfa della festa nazionale delle forze armate, il tutto per celebrare la gloriosa guerra del 15-18. E per celebrare gli eroici soldati morti a centinaja di migliaja nelle trincee.
STRONZATE. Sono solo stronzate. E ancora più roboanti con questo governo di massoni, fascisti e puttanieri che non hanno di meglio da fare che ricordare concetti come patria, onore e altro, come se , del resto, potessero permetterselo.
Erano solo poveri diavoli mandati a morire in trincea, in assalti inutili quanto sanguinosi (le famose “spallate” di cadorna). Disgraziati che potevano scegliere se morire correndo (il passo del leopardo era proibito, considerato vigliaccheria) verso il nemico o morire fucilati dai carabinieri per codardia. In tutti i casi si moriva.
Poveri diavoli mal nutriti, male armati e male equipaggiati, grazie anche alle forniture scadentissime che facevano lucrare ai fornitori senza scrupoli dell’esercito fior di milioni. Il malaffare non l’ha inventato la DC.
Poveri diavoli, sterminati dai gas asfissianti, anche per colpa di maschere antigas inefficaci.
Poveri diavoli, decimati dal freddo, dalle malattie e dalle ferite che si infettavano subito.
Poveri diavoli, fatti fucilare per rinsaldare lo spirito combattivo dei reparti.
Ma la retorica vuole far dimenticare presto che la guerra è una follia infernale. Pensavamo di averlo capito dopo la seconda guerra mondiale, ma evidentemente l’uomo è troppo stupido. Basta fare un giro sul web per trovare filmati di poveri scemi che rendono omaggio agli “eroi”…basta fare un giro su youtube, e basta vedere i nickname e leggere i commenti. Io ce li manderei davvero, in trincea…
Ci sono molti diari scritti al fronte, ma l’orrore delle trincee secondo me lo rende bene un passo di “Un anno sull’altopiano”, di Emilio Lussu, che si presenta a un capitano e questi, scoprendo che non beve, registra sul suo diario: “Conosciuto un tenente astemio”.
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