(Ovvero…come perdere un po’ di teNpo e ritrovarsi con un microstudio portatile per acquerellare in gyro…)
Questo post fa il pajo con quello di Mario, virtuoso dell’acquerello che come me ha la passione dell’en plein air.
Acquerellare in gyro dà delle grandi soddisfazioni, ma, anche se non sembra, richiede un certo sforzo logistico: I colori, l’album da tenere in verticale, il contenitore per l’acqua ecc…Niente cavalletti o tavolini, troppo ingombranti…il kit deve contenere tutto l’indispensabile in pochissimo spazio, e anche durante il lavoro occorre fare in modo da occupare il meno spazio possibile. In teoria si dovrebbe poter lavorare in piedi senza avere bisogno di posare nulla. Ma come fare per:
1) Tenere il blocchetto degli appunti in vertichale.
2) Avere una tavolozza e dell’acqua sullo stesso piano.
3) Spendere il meno possibile.
In commercio si trovano delle comode scatole con degli acquerelli in pasticca. Ettore me ne ha regalata una, ma con l’uso mi sono accorto che ha molti difetti: è piccolissima, la tavolozza non è la mia e non c’è possibilità di tenere tutto in mano.
Ho partorito una prima soluzZione:

Presso un tabaccajo ho trovato una scatola di Montecristo ( sygary ottymy, a dispetto del nome), ho tagliato una piastrella bianca e vi ho spremuto i cholori della mia tavolozza, sul coperchio ho incollato una bacchetta di legno per reggere il blocchetto degli appunti. Questa soluzione è ottimale: ho una superficie sufficientemente grande dove fare le mescolanze e con una sola mano sorreggo sia la tavolozza che il blocchetto. Resta il problema dell’acqua, a quello ci sto ancora penZando…forse prenderò una scatola più grande, oppure continuerò a cercare…per adesso mi accontento del fondo di una bottiglietta da m’ezzo lytro.
P.S.
Eventuali suggerimenti sono strabenvenuti!
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