RipurghatY

À Weento la selWa (spendendo anche pocho).

Doveva vincere il nicchio, pareva un palio già scritto. E le voci sui due milioni (di Euri) che giravano per vincere il palio comprando anche i colonnini forZe erano pure Were.

Ma per vincere il palio i soldi non seNpre bastano, e i palii già vinti in partenza ce ne sono seNpre pochini…ma dicevo… ha vinto la selva, una bella corsa e nessun cavallo si è fatto male.

Fanno salti di gran gioja quelli del montone, che già tremaWano al penZiero di vedere la nemica prima al bandierino. Sì…perché a Siena l’importante non è solo vincere, ma anche non far vincere l’avversaria (spendendo anche un bel po’).

Giscono molto, ma molto meno i contradajoli del nicchio, che non solo hanno perZo, ma sono pure arriWati secondi, e non c’è niente di peggio che arrivare secondi.

Un tempo per espiare le disgrazie di palio si usava prendere una bella bicchierata di olio di ricino…

La nemica vince? purga!

Convinti della vittoria, la si vede sfumare per cholpa della sorte? Purga!

Si arriva secondi? Purga!

D’altra parte l’epyteto del  più chlassico dei cori contradajoli non è “branco di ripurgati”?

E in attesa del 16 agHostoricordate…il palio lo vince prima di tutto la fortuna!

Guasy palyO!

Sono anchora a marina di ghrosseto, fino a domani, poi ultimo bagno (della jena) e rotta per siena.

La terra è già in piazza, e oggi hanno presentato il palio, dipinto da Alì Hassoum, pittore egiziano di fede mussulmana (quindi NEGRO). Eccolo:

A me piace molto…con buona pace dei soliti leghisti che anche a siena hanno storto il naso.

È Civetta!

La Civetta ha vinto il palio di mezz’agosto, dopo un’ora e venti e tre mosse non valide. La mossa è stata di notevole complessità, e tutte le contrade hanno fatto il loro gioco…non seNpre pulito, ma il palio è anche questo.

Nota negativa…Adesso la cuffia passa alla contrada della Lupa, che non vince dal 1989. È quella che non vince da maggior teNpo, e già i contradajoli dell’Istrice (la nemicha) stanno preparando scherzi di più o meno cattivo gusto.

Ancora una volta nessun cavallo si è fatto male, e ancora una volta gli animalisti sono rimasti a bocca asciutta. Spero che continui!

Ecco il commento a caldo del Profeti:

Una mossa, quella di Capitan Betti, che significa perfezione e non la casualità che si è riscontrata di recente. Un legame consolidato da mesi e mesi e che è esploso questa sera in piena notte senese. Un legame che ha portato Andrea Mari nel punto migliore dello schieramento paliesco e che lo consolida come punto di riferimento per il prossimo anno. Forse è troppo presto inquadrarlo come punto opposto del meccanismo di Vagliano, ma siamo certi che l’inverno che verrà saprà sciogliere con i fatti, e non con le chiacchiere, questo dubbio. La mossa apre un delicatissimo problema sanzionatorio, con un Guglielmi che ha praticamente fatto pena su tutti i fronti. E ciò che è successo nei circa 70 se non 80 minuti è dipeso solo ed esclusivamente dalla mancanza di sanzioni disciplinari tra un Palio e l’altro.

Concordo in pieno.


Un gran palio!

Eccomi qui, fresco come una rosa (inZomma…) dopo aver scarrozzato i miei amici di BoloNNia in lungo e in largo per la città, dopo avergli spiegato usi, costumi e particolarità che la città offre. Poi, dopo il mitico ciaccino del poppi, siamo entrati in piazza del campo per vedere una parte della passeggiata storica e per la corsa.

Tutto regolare fino a quando il mossiere non ha chiamato le prime contrade:

Chiocciola

Istrice

Tartuca

Onda

Le altre non servono…di rincorsa il drago. Poteva andare peggio, ma che la mossa sarebbe stata difficoltosa era chiaro (ai senesi, ovvio). Difficoltosa si, ma non pensavo fino a questo punto! Più di un’ora, con un mossiere che non aveva capito il tempo e la maturazione della mossa.

Dov’è il problema? Nelle posizioni di Chiocciola e Tartuca, nemiche acerrime. Per di più la Tartuca con un gran cavallo…Compito della chiocciola: uno solo, evitare che la Tartuca sfilasse prima dopo la partenza. Non c’è riuscita, la tartuca, dopo un’ora, è sfilata prima e ha vinto un gran palio. Costruito splendidamente dall’inizio alla fine. Eccolo:

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(Purtroppo ho trovato solo la telecronaca della RAI, che fa MOLTA pena…Se trovo qualcosa di meglio…sostituisco).

Un gran palio anche per un altro motivo. Nessun cavallo si è fatto male, nemmeno un piccolo incidente. Lo stesso non posso dire dei fantini…non so se qualcuno di loro, al rinetro in contrada, ha dovuto vedersela con il popolo infuriato.

Riporto in fine il commento di Sergio Profeti, un grande esperto di Palio (un po’ polemico) che dal suo sito così commenta in modo molto criptico:

Lo Zeddino ne ha fatti ripurgare 16 e mezzo – Già del Menhir sulla scia di Uberta de Mores

L’espressione usata nel titolo è, ovviamente, di quelle che sintetizzano una situazione generale, particolarmente non favorevole alla scrittura di un successo che Capitan Sportelli ha elaborato da solo e contro una pressione interna di notevole consistenza. Ecco perché, in quel sedici e mezzo, si deve leggere l’intero riassunto di una volontà e determinazione di notevole rilievo a cui è opportuno dare ampio e meritato rilievo. Lo Zeddino, come un vero ricamo di alta scuola settecentesca, ha dato un’ampia dimostrazione di essere pronto a spiccare il volo, soprattutto grazie all’apporto concreto di Capitanbruschelli che, oltre a non vincere più il Palio di Siena, ha intrapreso una nuova filosofia paliesca, quella di aiuto concreto e materiale nelle operazioni della mossa. Sono in 16 e mezzo a ripurgarsi, ma il cerchio di questo capolavoro interno in Castelvecchio, là dove nacque Siena, lo ha compiuto quel Già del Menhir che, oggi, ha vinto senza contare sulla distribuzione economica dello scorso anno. Ha vinto in modo incredibile, scappando primo sempre, in tutte le mosse, e facendo fermare, assieme allo Zeddino, quel cronometro tanto odiato su un tempo unico, mai visto in passato: 1.13.00. E’ un tempo che significa record, è un tempo che significa, ancora una volta, che i Palii veloci significato solo ed esclusivamente salvaguardia del cavallo in Piazza del Campo, un tempo che affossa definitivamente la filosofia che izyno voleva imporre a Siena. Ma di questo ci sarà tempo a sufficienza per parlarne. 1.13.00 è il minimo tempo disputato in Piazza del Campo; non c’è mai stato un purosangue che abbia corso più veloce di Già del Menhir. Pitheos, nell’agosto 1991, fece fermare il cronometro sul 1.13.06, anche se in quell’occasione, l’unica, ci si servì anche di un cronometro meccanico che scandì 1’12’84. Ecco perché quello di oggi è da ritenersi il Palio più veloce della storia. Già del Menhir, perfettamente addestrato a rispondere ai tempi di Piazza del Campo da Massimo Coghe, è ormai sulla scia di Uberta de Mores: vince sempre, o quasi.

Per ora è tutto, vado a dormire ché sono stanco morto…ora capisco perché il palio preferisco guardarmelo in televisione…

Il palio! (forZe)

Il mio amico e la sua fidanzata sono arrivati. Muoviamo verso la piazza del campo. Il teNpo promette solo pioggia…speriamo che non rimandino la chorsa.

A dopo per la ggiornamento!

Bon ton paliesco

Avviso:

Il post è un po’ lungo, spero non sia nojoso. 🙂

Intanto un pajo d’aggiornamenti palieschi:

1) Il cavallo della lupa è veramente un ronzino. Peggio di questo poteva capitare solo un MULO. Ma questa del beccare cavallacci –o “brenne”– è una tradizione tipicamente lupajola…

2) Dato che c’è sempre di peggio, ecco che per i contradajoli della civetta si materializza l’inchubo per eccellenza: Il non poter correre il palio per un infortunio al cavallo. Infatti il cavallo della civetta, Jesael, si è infortunato al primo giro, anzi…alla prima curva, quella di S. Martino. Ho visto i filmati, non ho capito come possa essersi fatto male….probabilmente un tempo di galoppo sbagliato ha provocato un passo falso. Quando torna mio fratello (che di cavalli ci capisce davvero tanto) chiedo lumi. Fatto sta che se il problema è serio domani la civetta non corre.

Adesso veniamo all’argomento del post…Come evitare imbarazzanti gaffes quando si vive il palio con dei senesi…ecco un po’ di consigli che do’ quando accompagno i miei amici a vedere il palio. Alcune cose potrebbero essere considerate scioviniste, anacronistiche o semplicemente da matti…Con certe prese di posizione non sono d’accordo, ma d’altra parte questa è la situazione e a questa l’eventuale ospite si deve adeguare.

0) [regola aurea] Gli animi in tempo di palio sono esagitati, l’aria è elettrica, carica di tensione che sale sempre di più con l’avvicinarsi del momento del palio. Questo significa che bastano una parola storta, uno sguardo o un commento infelice per infiammare gli animi.

1) Il palio non è una festa per turisti, nel senso che non è una manifestazione a uso e consumo del turista. E non è uno sport. È una festa di Siena e dei senesi. I turisti sono un “in più” ben voluto e tollerato dalla maggioranza, per una minoranza sono solo dei rompicoglioni che dovrebbero stare a casa loro. Anche la presenza della RAI da molti è mal tollerata, senza parlare poi dei vari James Bond eccetera…QUINDI: Il turista è ospite, e deve impegnarsi a non intralciare lo svolgimento della festa. E non intralciate il passaggio dei contradajoli, e se vi spintonano fate buon gioco a cattiva sorte. Se reagite e vi incazzate,sappiate che potreste passare un brutto quarto d’ora. Ricordo quando portai un  amico tedesco alla chiesa di Provenzano dopo la vittoria del palio della torre, per assistere al canto del Te Deum. Voleva entrare prima lui dei contradajoli…fu spintonato. Ebbe la pessima idea di reagire…Per fortuna feci in tempo a portarlo via. Dopo un po’ mi resi conto che lo stavano cercando. Li andai a cercare, dissi che ero di Siena… ci scusammo e finì lì. Lo so…è strano e sta un po’ sul cazzo…ma che ci volete fare…

2) I cavalli: Se c’è una cosa che fa incazzare i contradajoli sono i turisti che fotografano il cavallo con il flash, oppure quelli che non si spostano al suo passaggio. Il cavallo è sacro, non va spaventato o infastidito in nessun modo. Ogni tanto ci faccio caso…i senesi si spostano subito, i turisti rimangono in mezzo come salami…

3) Contrade nemiche: Le contrade si chiamano anche “consorelle”, ma ci sono delle sorelle che vanno d’accordo –le alleate–, altre che si stanno pesantemente sul cazzo: le nemiche. Ora conviene spenderci due parole…Non si tratta di una rivalità folkloristica. Qui la gente si sta veramente sul cazzo, alcuni si odiano proprio…Le prime parole nella lupa? Istrice cacca! Una ventina d’anni fa non era difficile assistere a delle scazzottate tra contrade nemiche, bastava una parola, uno sfottò di troppo, uno sconfinamento, uno sguardo…insomma ogni inezia era pretesto per far volare le mani. Le rivalità a Siena sono ataviche, alcune sono secolari, altre sono più giovani. Le più vecchie (quelle del 1700) sono nate per motivi di territorio, quelle più moderne sono nate per screzi di palio. In tutti i casi la gente è pronta a menare le mani abbastanza subito. Quindi, quando si compra un fazzoletto di una contrada, è bene evitare di fare gli scemi nella contrada avversaria…Quando ero bambino si raccontava di turisti malmenati per aver sventolato la bandiera sbagliata nel posto sbagliato…

4) I commenti: Se dopo la corsa capitate in una contrada che ha perso il palio in modo clamoroso, oppure se — molto peggio– ha vinto la contrada nemica, evitate commenti del tipo “ma guarda questi che piangono come scemi”, oppure…”tutto questo casino per una corsa”. Prendete le mani addosso. Ve lo garantisco….o meglio…un po’ di gente che conosco ve le metterebbe addosso di sicuro, quelli più ragionevoli vi inviterebbero (a spintoni) a lasciare il rione.

5) I nomi: Ogni cosa ha un suo nome…Evitate assolutamente di chiamare Sbandieratori quelli che girano la bandiera, si chiamano “alfieri“, come i pezzi degli scacchi. Hanno ereditato la tradizione degli addetti a segnalare le manovre sul campo di battaglia. Alcune figure sono discendenti dirette di questi segnali. Evitate anche di chiamare stamburatori quelli che suonano il tamburo, si chiamano “tamburini“,  e anche la loro origine si perde nei secoli. I figuranti del corteo storico indossano un vestito che si chiama montura, e hanno un nome preciso: “Monturati“. È un grande onore per un contradajolo vestire la montura e scendere in piazza per la “passeggiata storica”. Evitate commenti del tipo “che carnevalata” ecc…anche qui le mani sono in agguato…e due insulti li raccattate di sicuro. La passeggiata storica non è per i turisti, ma per i senesi, che con questa vogliono ricordare i fasti della repubblica di Siena. Lo so che è roba del 1200, ma qui le tradizioni hanno il loro peso.

6) Le bandiere: Ogni tanto qualche turista buontempone cerca di prendere le bandiere che segnano i confini delle contrade. Questa è una pessima idea. Se vi beccano!…Se vi va bene finite in commissariato. Se vi va male vi beccano i contradajoli. Le bandiere sono sacre. Un aneddoto…due inglesi anni fa provarono a rubare una bandiera dell’oca. Li trovarono due miei amici…purtroppo per i malcapitati furono beccati dal più grosso e dal più cattivo dell’oca…

7) I Contradajoli: La contrada ha il suo popolo. Non sono dei tifosi, e conviene evitare nomi come sostenitori, tifosi, ecc…Il palio non è uno sport. In contrada si nasce, si vive, si muore.

Per adesso è tutto…non mi viene in mente altro…Se passa qualche senese da qui e vuole aggiungere e/o precisare o correggere errori è il benvenIuto!

Zitti che c’è il cavallo!

Parto da una risposta di Valeria al post precedente…

Sono nato e vissuto in contrada fino a quindici anni. Come molti piccoli senesi la mia infanzia è stata scandita dai tempi e dai ritmi del palio, dalla festa e dal suo rispetto per le tradizioni…e rispetto per il cavallo.

Il cavallo  è il protagonista della festa, è lui che porta i colori della contrada alla vittoria — non il fantino — è in lui che tutta la contrada ripone le speranze di vittoria.

Le polemiche legate al palio fioccano ogni anno..ho cercato un po’ su google, mi aspettavo di più, ma di significativo c’è solo il sito della LAV.

Non ho intenzione di fare polemiche o di contestare i dati della LAV, posso solo riportare le mie considerazioni e la mia esperienza diretta.

Non ho mai visto né sentito parlare di maltrattamenti al cavallo. Se si dovesse dar retta a tutto quello che si legge, le stalle delle contrade dovrebbero essere dei Lager, dove il cavallo è mantenuto in condizioni orrende, e sottoposto alle peggiori torture. Non so in quale contrada siano state queste persone, ma nella mia, la stalla viene sempre mantenuta in condizioni perfette, il fantino dorme con il cavallo, e con lui dormono due contradajoli che hanno il compito di controllare sia il cavallo che il fantino. Una equipe veterinaria e un maniscalco di provato mestiere assistono, curano e preparano il cavallo al meglio. E non solo…quando il cavallo è nella stalla, il primo pomeriggio, e la sera dopo cena, intorno alla stalla DEVE regnare il silenzio più assoluto. Quando eravamo baNbini giocavamo in una piazzetta vicino alla stalla…e alle due arrivavano le “acquate” e i rimproveri (e gli scapaccioni) dei più grandi: “Zitti che c’è il cavallo!”.

È vero, negli anni scorsi, specialmente negli anni 80-90 ci sono stati  incidenti che hanno portato alla morte di cavalli. Le ragioni di questi incidenti sono molte, una tra tutte la moda, in voga al tempo, di usare cavalli troppo veloci per il tipo di pista. Si ragionava di record di velocità, di cavalli purosangue che erano come missili. Cavalli non adatti alla pista…cavalli non conformi alla tradizione che voleva il cavallo da palio lento, ma robusto e in grado di reggere alle sollecitazioni della piazza. Un altro fattore di enorme rischio lo giocavano i materassi della curva di S. Martino, delle vere trappole.

Dopo un palio orrendo, mi sembra quello del 1993 (o 1994) che vide la morte di tre cavalli, il sindaco dell’epoca decise una riforma radicale della selezione dei cavalli, e dispose le modifiche dei materassi. Gli incidenti si sono quasi azzerati, e anche i cavalli azzoppati, se non troppo gravi vengono curati e portati in una pensione gestita dalla forestale. I cavalli non più in grado di correre vengono ospitati nella stessa struttura, per esempio qui c’è la storia di Berio, un cavallo eccezionale!!

Io ricordo il proprietario di uno dei cavalli, piangeva come un bambino, piangeva come quando si perde un amico. Ho visto uomini donne e bambini piangere davanti alle immagini degli incidenti.

C’era un cavallo, si chiamava Panezio, è morto di vecchiaja (anche se non capisco perché è nella lista della LAV) Era l’eroe della piazza, ha vinto otto  palî, e quando è morto ho visto i vecchi piangere. Ho visto Berio, il cavallo vittorioso della torre portato al cimitero per rendere omaggio ai contradajoli che nel frattempo erano morti senza mai aver visto la contrada vincere (la torre non ha vinto per 44 anni).

Vorrei che fosse chiara una cosa. L’oggetto del palio è VINCERE, non la morte o il maltrattamento degli animali. Chi paragona il palio alla corrida o non sa di cosa parla o è in malafede. Non ci sono vie di mezzo.

Vorrei fosse anche chiaro che il palio non è un passatempo, non è un divertimento…non si va in piazza come si va a una partita di calcio, non si “tifa” per una contrada, che non è una squadra di calcio. Il palio è siena, e siena è il palio. Bisogna viverlo per capire quello che dico. Bisogna entrare in una contrada e vedere cosa succede.

Infine non sono in grado di rispondere a Valeria, quando dice che il cavallo non sceglie di essere lì, il fantino si. Ma questa non è una peculiarità dei cavalli del palio…la vedo più come il rapporto tra uomo e animale…da qualche millennio…

P.S.

Il cavallo lo trattano bene…il fantino molto, ma MOLTO MENO…specialmente se si vende a un’altra contrada…ma questo è un’altro post!

È Palio!!!

Ci siamo!

Apro una nuova categoria…palio! Qui descrivo quello che mi passa per la testa a proposito di questa grande festa che è il palio di Siena. Parlerò di contrade, cavalli, fantini, capitani e ricordi d’infanzia…dato che per varî motivi non metto piede in contrada da quasi vent’anni…

A Siena, il 29 giugno vuol dire una cosa sola, che si danno i cavalli. Cominciano i quattro giorni di Palio.

Sul palio di Siena è stato detto tutto e il contrario di tutto. Per chi non ne sapesse nulla e vuole evitare di sentire le bojate che dicono alla RAI, conZiglio questa pagina di Wikipedia, secondo me fatta davvero bene.

Il rituale che scandisce il palio è molto rigido, e prevede l’osservanza di un regolamento molto complesso, che decide tutto. Ma propIo tutto…ad esempio indica

*  A che ora i proprietari dei cavalli devono presentare i soggetti in piazza per le visite e le prove della tratta. Basta un ritardo di un solo minuto. Un pajo d’anni fa si gridò allo scandalo per due cavalli ammessi alla tratta ma arrivati due minuti dopo. (uno di questi era il cavallo di mio fratello, arrivato tardi perché bloccato dal traffico…)

* Quando, dove e come devono essere montati i palchi, che tipo di terra (tufo) usare, quanto deve essere spesso lo strato ecc..

InZomma…il rituale paliesco è perfettamente codificato, e la sua non osservanza alla lettera scatena sempre dei putiferi…d’altra parte ci sono voluti centinaja di anni per metterlo a punto, e ogni norma è lì perché serve…

Stamattina si è svolta la “tratta”, cioè la procedura con la quale vengono scelti i 10 cavalli che correranno il Palio. Il funzionamento è pressapoco questo:

1) I cavalli ( o meglio quelli rimanenti dalle preselezioni) vengono portati nel retro di piazza del campo, vengono visitati e viene loro assegnato un numero, detto “di coscia”.

2) Vengono composte le “batterie”, cioè gruppi di 6-8 cavalli che saranno impegnati in tre giri di prova. Lo scopo della batteria è quello di mostrare l’abilità del cavallo e la sua attitudine alla piazza.

3) Dopo le batterie i capitani delle contrade insieme ai loro luogotenenti (detti “mangini”) si riuniscono con la commissione veterinaria del comune e decidono i dieci cavalli che correranno.

E qui comincia il bello…l’assegnazione! La sola parte “pulita” del palio, la sola dove la fortuna — e solo la fortuna — gioca un ruolo determinate. Il lotto dei dieci cavalli non è uniforme, ma dentro ci sono i “bomboloni”, cioè cavalli che hanno già vinto il Palio, le “brenne” i cavalli scarsi, e quelli normali…senza infamia e senza lode.

Seguendo un elaborato rituale, i capitani si rinuiscono nella piazza del campo, e alla presenza di tutti i contradajoli due bambini  estraggono da due urne il numero di orecchio del cavallo e il nome della contrada. Gli imbrogli non sono possibili, chi ha un cavallone salta, gli altri piangono (e non in senso figurato).

Ecco l’assegnazione di quest’anno

1 4 FEDORA SAURA 4 DRAGO
2 10 ELFO DI MONTALBO 9 PANTERA
3 11 ELISIR LOGUDORO 2 ISTRICE
4 14 IESAEL 8 CIVETTA
5 20 ISTRICEDDU 3 CHIOCCIOLA
6 23 ILON 5 VALDIMONTONE
7 24 INDIRA BELLA 1 OCA
8 25 INSOMMA 10 ONDA
9 26 GIOVE DEUS 7 LUPA
10 28 GIA’ DEL MENHIR 6 TARTUCA

Tanto per cambiare la Lupa (la mia contrada) ha avuto in sorte un cavallo mediocre, l’Istrice (la nemica) ha avuto –insieme a Tartuca e Drago– un gran cavallo.

Ricordo le mie prime tratte “da solo” con grande lucidità…la mattina comniciava alle sei, sveglia e ritrovo in contrada alle sei e mezzo. Alle sette eravamo già in piazza per avere  la lista dei cavalli, e per rendersi subito conto della forma fisica dei cavalli presentati, poi la tratta e il ritorno in contrada, dove ci aspettava la “colazione della tratta” un quartino di vino e trippa al sugo, rigorosamente fredda, accompagnata da pane, peperoncino e discussione delle prove dei cavalli. Poi alle dodici tutti in piazza, per l’assegnazione.