Parto da una risposta di Valeria al post precedente…
Sono nato e vissuto in contrada fino a quindici anni. Come molti piccoli senesi la mia infanzia è stata scandita dai tempi e dai ritmi del palio, dalla festa e dal suo rispetto per le tradizioni…e rispetto per il cavallo.
Il cavallo è il protagonista della festa, è lui che porta i colori della contrada alla vittoria — non il fantino — è in lui che tutta la contrada ripone le speranze di vittoria.
Le polemiche legate al palio fioccano ogni anno..ho cercato un po’ su google, mi aspettavo di più, ma di significativo c’è solo il sito della LAV.
Non ho intenzione di fare polemiche o di contestare i dati della LAV, posso solo riportare le mie considerazioni e la mia esperienza diretta.
Non ho mai visto né sentito parlare di maltrattamenti al cavallo. Se si dovesse dar retta a tutto quello che si legge, le stalle delle contrade dovrebbero essere dei Lager, dove il cavallo è mantenuto in condizioni orrende, e sottoposto alle peggiori torture. Non so in quale contrada siano state queste persone, ma nella mia, la stalla viene sempre mantenuta in condizioni perfette, il fantino dorme con il cavallo, e con lui dormono due contradajoli che hanno il compito di controllare sia il cavallo che il fantino. Una equipe veterinaria e un maniscalco di provato mestiere assistono, curano e preparano il cavallo al meglio. E non solo…quando il cavallo è nella stalla, il primo pomeriggio, e la sera dopo cena, intorno alla stalla DEVE regnare il silenzio più assoluto. Quando eravamo baNbini giocavamo in una piazzetta vicino alla stalla…e alle due arrivavano le “acquate” e i rimproveri (e gli scapaccioni) dei più grandi: “Zitti che c’è il cavallo!”.
È vero, negli anni scorsi, specialmente negli anni 80-90 ci sono stati incidenti che hanno portato alla morte di cavalli. Le ragioni di questi incidenti sono molte, una tra tutte la moda, in voga al tempo, di usare cavalli troppo veloci per il tipo di pista. Si ragionava di record di velocità, di cavalli purosangue che erano come missili. Cavalli non adatti alla pista…cavalli non conformi alla tradizione che voleva il cavallo da palio lento, ma robusto e in grado di reggere alle sollecitazioni della piazza. Un altro fattore di enorme rischio lo giocavano i materassi della curva di S. Martino, delle vere trappole.
Dopo un palio orrendo, mi sembra quello del 1993 (o 1994) che vide la morte di tre cavalli, il sindaco dell’epoca decise una riforma radicale della selezione dei cavalli, e dispose le modifiche dei materassi. Gli incidenti si sono quasi azzerati, e anche i cavalli azzoppati, se non troppo gravi vengono curati e portati in una pensione gestita dalla forestale. I cavalli non più in grado di correre vengono ospitati nella stessa struttura, per esempio qui c’è la storia di Berio, un cavallo eccezionale!!
Io ricordo il proprietario di uno dei cavalli, piangeva come un bambino, piangeva come quando si perde un amico. Ho visto uomini donne e bambini piangere davanti alle immagini degli incidenti.
C’era un cavallo, si chiamava Panezio, è morto di vecchiaja (anche se non capisco perché è nella lista della LAV) Era l’eroe della piazza, ha vinto otto palî, e quando è morto ho visto i vecchi piangere. Ho visto Berio, il cavallo vittorioso della torre portato al cimitero per rendere omaggio ai contradajoli che nel frattempo erano morti senza mai aver visto la contrada vincere (la torre non ha vinto per 44 anni).
Vorrei che fosse chiara una cosa. L’oggetto del palio è VINCERE, non la morte o il maltrattamento degli animali. Chi paragona il palio alla corrida o non sa di cosa parla o è in malafede. Non ci sono vie di mezzo.
Vorrei fosse anche chiaro che il palio non è un passatempo, non è un divertimento…non si va in piazza come si va a una partita di calcio, non si “tifa” per una contrada, che non è una squadra di calcio. Il palio è siena, e siena è il palio. Bisogna viverlo per capire quello che dico. Bisogna entrare in una contrada e vedere cosa succede.
Infine non sono in grado di rispondere a Valeria, quando dice che il cavallo non sceglie di essere lì, il fantino si. Ma questa non è una peculiarità dei cavalli del palio…la vedo più come il rapporto tra uomo e animale…da qualche millennio…
P.S.
Il cavallo lo trattano bene…il fantino molto, ma MOLTO MENO…specialmente se si vende a un’altra contrada…ma questo è un’altro post!
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