Zitti che c’è il cavallo!

Parto da una risposta di Valeria al post precedente…

Sono nato e vissuto in contrada fino a quindici anni. Come molti piccoli senesi la mia infanzia è stata scandita dai tempi e dai ritmi del palio, dalla festa e dal suo rispetto per le tradizioni…e rispetto per il cavallo.

Il cavallo  è il protagonista della festa, è lui che porta i colori della contrada alla vittoria — non il fantino — è in lui che tutta la contrada ripone le speranze di vittoria.

Le polemiche legate al palio fioccano ogni anno..ho cercato un po’ su google, mi aspettavo di più, ma di significativo c’è solo il sito della LAV.

Non ho intenzione di fare polemiche o di contestare i dati della LAV, posso solo riportare le mie considerazioni e la mia esperienza diretta.

Non ho mai visto né sentito parlare di maltrattamenti al cavallo. Se si dovesse dar retta a tutto quello che si legge, le stalle delle contrade dovrebbero essere dei Lager, dove il cavallo è mantenuto in condizioni orrende, e sottoposto alle peggiori torture. Non so in quale contrada siano state queste persone, ma nella mia, la stalla viene sempre mantenuta in condizioni perfette, il fantino dorme con il cavallo, e con lui dormono due contradajoli che hanno il compito di controllare sia il cavallo che il fantino. Una equipe veterinaria e un maniscalco di provato mestiere assistono, curano e preparano il cavallo al meglio. E non solo…quando il cavallo è nella stalla, il primo pomeriggio, e la sera dopo cena, intorno alla stalla DEVE regnare il silenzio più assoluto. Quando eravamo baNbini giocavamo in una piazzetta vicino alla stalla…e alle due arrivavano le “acquate” e i rimproveri (e gli scapaccioni) dei più grandi: “Zitti che c’è il cavallo!”.

È vero, negli anni scorsi, specialmente negli anni 80-90 ci sono stati  incidenti che hanno portato alla morte di cavalli. Le ragioni di questi incidenti sono molte, una tra tutte la moda, in voga al tempo, di usare cavalli troppo veloci per il tipo di pista. Si ragionava di record di velocità, di cavalli purosangue che erano come missili. Cavalli non adatti alla pista…cavalli non conformi alla tradizione che voleva il cavallo da palio lento, ma robusto e in grado di reggere alle sollecitazioni della piazza. Un altro fattore di enorme rischio lo giocavano i materassi della curva di S. Martino, delle vere trappole.

Dopo un palio orrendo, mi sembra quello del 1993 (o 1994) che vide la morte di tre cavalli, il sindaco dell’epoca decise una riforma radicale della selezione dei cavalli, e dispose le modifiche dei materassi. Gli incidenti si sono quasi azzerati, e anche i cavalli azzoppati, se non troppo gravi vengono curati e portati in una pensione gestita dalla forestale. I cavalli non più in grado di correre vengono ospitati nella stessa struttura, per esempio qui c’è la storia di Berio, un cavallo eccezionale!!

Io ricordo il proprietario di uno dei cavalli, piangeva come un bambino, piangeva come quando si perde un amico. Ho visto uomini donne e bambini piangere davanti alle immagini degli incidenti.

C’era un cavallo, si chiamava Panezio, è morto di vecchiaja (anche se non capisco perché è nella lista della LAV) Era l’eroe della piazza, ha vinto otto  palî, e quando è morto ho visto i vecchi piangere. Ho visto Berio, il cavallo vittorioso della torre portato al cimitero per rendere omaggio ai contradajoli che nel frattempo erano morti senza mai aver visto la contrada vincere (la torre non ha vinto per 44 anni).

Vorrei che fosse chiara una cosa. L’oggetto del palio è VINCERE, non la morte o il maltrattamento degli animali. Chi paragona il palio alla corrida o non sa di cosa parla o è in malafede. Non ci sono vie di mezzo.

Vorrei fosse anche chiaro che il palio non è un passatempo, non è un divertimento…non si va in piazza come si va a una partita di calcio, non si “tifa” per una contrada, che non è una squadra di calcio. Il palio è siena, e siena è il palio. Bisogna viverlo per capire quello che dico. Bisogna entrare in una contrada e vedere cosa succede.

Infine non sono in grado di rispondere a Valeria, quando dice che il cavallo non sceglie di essere lì, il fantino si. Ma questa non è una peculiarità dei cavalli del palio…la vedo più come il rapporto tra uomo e animale…da qualche millennio…

P.S.

Il cavallo lo trattano bene…il fantino molto, ma MOLTO MENO…specialmente se si vende a un’altra contrada…ma questo è un’altro post!

È Palio!!!

Ci siamo!

Apro una nuova categoria…palio! Qui descrivo quello che mi passa per la testa a proposito di questa grande festa che è il palio di Siena. Parlerò di contrade, cavalli, fantini, capitani e ricordi d’infanzia…dato che per varî motivi non metto piede in contrada da quasi vent’anni…

A Siena, il 29 giugno vuol dire una cosa sola, che si danno i cavalli. Cominciano i quattro giorni di Palio.

Sul palio di Siena è stato detto tutto e il contrario di tutto. Per chi non ne sapesse nulla e vuole evitare di sentire le bojate che dicono alla RAI, conZiglio questa pagina di Wikipedia, secondo me fatta davvero bene.

Il rituale che scandisce il palio è molto rigido, e prevede l’osservanza di un regolamento molto complesso, che decide tutto. Ma propIo tutto…ad esempio indica

*  A che ora i proprietari dei cavalli devono presentare i soggetti in piazza per le visite e le prove della tratta. Basta un ritardo di un solo minuto. Un pajo d’anni fa si gridò allo scandalo per due cavalli ammessi alla tratta ma arrivati due minuti dopo. (uno di questi era il cavallo di mio fratello, arrivato tardi perché bloccato dal traffico…)

* Quando, dove e come devono essere montati i palchi, che tipo di terra (tufo) usare, quanto deve essere spesso lo strato ecc..

InZomma…il rituale paliesco è perfettamente codificato, e la sua non osservanza alla lettera scatena sempre dei putiferi…d’altra parte ci sono voluti centinaja di anni per metterlo a punto, e ogni norma è lì perché serve…

Stamattina si è svolta la “tratta”, cioè la procedura con la quale vengono scelti i 10 cavalli che correranno il Palio. Il funzionamento è pressapoco questo:

1) I cavalli ( o meglio quelli rimanenti dalle preselezioni) vengono portati nel retro di piazza del campo, vengono visitati e viene loro assegnato un numero, detto “di coscia”.

2) Vengono composte le “batterie”, cioè gruppi di 6-8 cavalli che saranno impegnati in tre giri di prova. Lo scopo della batteria è quello di mostrare l’abilità del cavallo e la sua attitudine alla piazza.

3) Dopo le batterie i capitani delle contrade insieme ai loro luogotenenti (detti “mangini”) si riuniscono con la commissione veterinaria del comune e decidono i dieci cavalli che correranno.

E qui comincia il bello…l’assegnazione! La sola parte “pulita” del palio, la sola dove la fortuna — e solo la fortuna — gioca un ruolo determinate. Il lotto dei dieci cavalli non è uniforme, ma dentro ci sono i “bomboloni”, cioè cavalli che hanno già vinto il Palio, le “brenne” i cavalli scarsi, e quelli normali…senza infamia e senza lode.

Seguendo un elaborato rituale, i capitani si rinuiscono nella piazza del campo, e alla presenza di tutti i contradajoli due bambini  estraggono da due urne il numero di orecchio del cavallo e il nome della contrada. Gli imbrogli non sono possibili, chi ha un cavallone salta, gli altri piangono (e non in senso figurato).

Ecco l’assegnazione di quest’anno

1 4 FEDORA SAURA 4 DRAGO
2 10 ELFO DI MONTALBO 9 PANTERA
3 11 ELISIR LOGUDORO 2 ISTRICE
4 14 IESAEL 8 CIVETTA
5 20 ISTRICEDDU 3 CHIOCCIOLA
6 23 ILON 5 VALDIMONTONE
7 24 INDIRA BELLA 1 OCA
8 25 INSOMMA 10 ONDA
9 26 GIOVE DEUS 7 LUPA
10 28 GIA’ DEL MENHIR 6 TARTUCA

Tanto per cambiare la Lupa (la mia contrada) ha avuto in sorte un cavallo mediocre, l’Istrice (la nemica) ha avuto –insieme a Tartuca e Drago– un gran cavallo.

Ricordo le mie prime tratte “da solo” con grande lucidità…la mattina comniciava alle sei, sveglia e ritrovo in contrada alle sei e mezzo. Alle sette eravamo già in piazza per avere  la lista dei cavalli, e per rendersi subito conto della forma fisica dei cavalli presentati, poi la tratta e il ritorno in contrada, dove ci aspettava la “colazione della tratta” un quartino di vino e trippa al sugo, rigorosamente fredda, accompagnata da pane, peperoncino e discussione delle prove dei cavalli. Poi alle dodici tutti in piazza, per l’assegnazione.

Tracce…

Il passaggio della jena in caccia del telecomando (da poppare, ovvio) lascia seNpre delle tracce inequivochabili…

Caccia al telechomando

Ora crollo…

No, non mi riferisco alla virilità del giovane premier, ma a me stesso…

Complice un seminario di lunedì al quale non posso mancare, jeri non sono partito, e sono stato raggiunto dalla mamma a Siena. Io già immaginaWo una mattinata tranquilla all’insegna della biNbetta arrrabbiona e al massimo d’una passeggiata in giardino, nell’attesa di una passeggiata pomerydiana per la città, che col palio in vista diventa straordinariamente elettrica.

Ma ben altro filo stavano preparando le perfide parche…tutto andava secondo i piani, alle dieci avevo finito di foraggiare la belva, e già mi preparavo all’ozio quando la nonna mi avvertiva che le frasche per accendere il forno in vista della panificazione erano finite…CAZZOOOOOOO! Ok…mi cambio e armato di pennato&pazienza vado al mucchio e comincio l’opera, sotto un misto di pioggia&sole…un Humido che ve lo racchomando!

Finisco, il fuoco va che è una meraviglia, la vecchia non dovrebbe più scocciare, dato che deve impastare un bel pò di farina…ma ecco che arriva il nonno…”Oh…visto che sei già vestito…taglia l’erba del prato, e poi visto che ci sei scorcia la siepe…” Sgrunfl! Finisco all’una e mezza, giusto in tempo per una doccia, pranzo e motoGP, seguito con la biNbetta sguinzagliata per la stanza, con una sola idea in testa: Popparmi le scarpe.

Arriva la mamma….ok…ora si esce…NO! Perché nel frattempo ha ricominciato a piovere “come le funi”. Quindi chiusi in chasa…ma tanto il da fare non manca…Vi ricordate la libreria? Ecco…una buona parte di libri e documenti era seNpre nelle buste. Alla pressione della nonna ho sempre resistito…ma stavolta erano in due…beh…almeno la camera di mio fratello è in ordine.

Cena&dopocena passati con la jena…ora d’orme in camera mia con la mamma, ma tutte le volte che ci gioco per farla stancare mi chiedo: ma sono io che stanco lei, o è lei che stanca me?

P.S.

Il pane è venuto spettacolare!

Ma No…Papi!

Gli strateghi del giovane premier, dopo aver inanellato una notevole prova con l’intervista a CHI, hanno ripestato un’altra merda niente male…

Adesso il giornale se ne esce con storie di sesso&festini attaccando D’Alema & Co. La tattica è piuttosto greve, e dello stesso taglio della trovata di Veronica Lario a tette scoperte. Infatti:

1) Trovo infantile che il giornale della famiglia Berlusconi se ne esca con queste storielle, giusto per dire…eh!  Silvio va a puttane, ma anche “voi di sinistra” che lo attaccate non siete da meno. Eh! Ma lo scandalo mica è scoppiato. Questo piuttosto dimostra che “SIlvio” è sì ma un bel coglione, che si fa beccare con le mani nella marmellata (minorenne per giunta).

2) Trovo ridicolo che il premier difenda D’Alema & Co, come ha fatto oggi, manifestandogli la SUA solidarietà. Del tipo…”Avete visto che anche voi siete vittime delle calunnie della stampa?” Forse voleva dire della SUA stampa. Questa mossa infantile non fa molto onore a uno cresciuto alla scuola di gelli (sc. term.).

Un appello ai conZiglieri di Papi…per favore…intrallazzate per bene, che non mi sto divertendoooooo!!!!

L’Oceania!

Fynalmente arrivo all’Oceania, Terra al teNpo lontassima, ma che, pochi decenni dopo ci avrebbe dato una delle più grandi menti della fisica moderna…lo zio Rutherford!

Ma bando alle ciance e veniamo a noi!

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Dal seno del Grande Oceano [il pacifico], fra l’aspetto meridionale ed orientale dell’Asia, esce un numero infinito di bellissime isole, delle quali alcune sono radunate in gruppi, altre sparse qua e là a molto grandi distanze fra loro. Tutte insieme formano la quinta parte del globo, quella che si chiama Oceania. Non è vero che pare un mondo che per un caso o per l’altro sia andato in frantumi? Ci sono tanti vulcani, e ogni isola ha il suo, quasi si può dire, e non può essere a meno che sieno avvenuti là di grandi sconvolgimenti. Sentite che raccontano que’ popoli selvaggi nelle loro favole: che nei tempi antichi un gigante portava la terra sopra il suo capo, che stanco la lasciò un tratto cadere, si spezzò nel mare, e rimasero appena quelle isole per abitazione degli uomini. Le son favole, mi direte. Lo so che sono favole; ma intanto accennano a qualche cosa di grosso, che deve essere avvenuto in quelle parti là. Anche in oggi i terremoti vi sono frequenti e terribili.

La maggior parte delle isole dell’Oceania restano a mezzogiorno dell’equatore, e così le più grandi come  la Nuova Olanda, la Nuova Guinea, e la Nuova Zelanda.

In questa parte del mondo si trova ogni qualità di clima, dal dolce e profumato d’Italia, fino al caldo brucente del centro dell’Affrica: e così la terra è ferace di variatissimi prodotti, tanto per la vegetazione che per la ricchezza delle miniere.

Gli abitanti si computa che possano arrivare a quattro milioni; dei quali la parte minore sono europei: il resto sono indigeni, cioè del luogo: quali più, quali meno selvaggi; quali buoni ospitalieri e industriosi, quali feroci ed antropofagi. Ma non tutte le isole sono conosciute, e anche quelle che si conoscono meglio e dove si sono fermati gli europei, le notizie finiscono  lungo le rive del mare [discorso un po’ a pera eh?!].

L’Oceania si divide in due parti: L’Australia e la Polinesia.

L’Australia si compone della Nuova Olanda, che è l’isola più grande della terra, detta anche Continente Australe, dell’Isola di Diemien, della Nuova Guinea, della Nuova Bretagna, delle Isole Salomone, della Nuova Caledonia, ed altre di minor conseguenza.

La Polinesia, che vuol dire molte isole, comprende l’Arcipelago di Magellano, le Marianne o Isole dei Ladroni [ottime per l’attuale governo], le Caroline, le Marchesi, le Isole dei Navigatori, degli amici della Società, di Taiti, ed altre moltissime che non si finirebbe mai a rammentarle: per cui sarà meglio saltarle a piè pari, e dir piuttosto qualche cosa di più particolare di due o tre delle più grandi.

Alcune Isole dell’Oceania

La Nuova Olanda è l’isola più grande della Terra, e ci hanno fatte, specialmente  dalla parte di levante, molte colonie gl’inglesi, perché fertile e rendono assai le sue miniere d’oro. Gl’indigeni sono tanto selvaggi, che, se non parlassero, appena si distinguerebbero dalle bestie. Le colonie principali sono quella della Nuova Galles che ha per capoluogo Sidney di forse 30 mila abitanti, e la Vittoria nella estrema parte meridionale, che ha per capoluogo Melbourne, cui danno 90 mila anime. A mezzogiorno della Nuova Olanda c’è l’isola di Van Diemen [La nuova Zelanda?], abitata da popoli molto selvaggi e nemici a morte degli europei che ci vanno a stare. Ma gl’inglesi rendono al loro pan per focaccia, e quando li posson pigliare li trasportano in altre isole.

La Nuova Guinea sta a tramontana della Nuova Olanda ed è molto grande e fertile. Gli olandesi hanno colonie ad occidente: nel resto sono negri selvaggi, ma non cattivi.

Le isole Sandwch restano a tramontana dell’equatore e gl’indigeni che le abitano sono d’indole buona, intelligenti ed industriosi. Hano scuole, una stamperia e fabbricano stoffe ed aromi. nello stesso modo si può dire di quelli delle isole Taiti, che sono un gruppo nelle Isole della Società. E così deve venire tempo che si dovrà dire di tutte, perché è legge della provvidenza, che debba trionfare la civiltà su tutta la faccia della terra. [evviva la scEnza! Evviva il progresso! Evviva Diderot!]

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No, dico io, ma questo pezzo non è magnifico? C’è dentro tutto lo spirito di metà ottocento: la civiltà, il progresso inarrestabile, la fiducia nel futuro, nell’uomo e nelle sue capacità!

I paesi Bassi

Oggi acchontetnto angelina! Sarà sicuramente curiosa di sapere cosa si inZegnava a metà ottocento del paese che oggi la ospita…Ecco qua:

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I paesi bassi giacciono a tramontana della Francia ed hanno le coste a ponente e tramontana sul mar del Nord. Il nome lo pigliano dalla natura del terreno, che si stende in pianura poco sopra il livello del mare, ed in alcuni punti è anche più basso; cosicchè per non essere allagati, han fatto quei popoli lungo le coste degli argini, che non si sa neppure quanto possono essere costati. Vi sono molti golfi e canali, e levato il vino e le poche altre cose che nascono nei paesi caldi, v’è tutto ciò che richiede per un suo bisogno la vita umana. Monti non ve ne sono, ma sì fiumi belli e navigabili, principali il Reno, la Mosa e la Schelda. Gli abitanti sono colti, industriosi e dediti al traffico; buona gente ed amano la patria quanto si può dire. Tutto il paese si divide nei due regni di Belgio e dell’Olanda.

Il Belgio piglia tutta la parte di mezzogiorno, ha quasi cinque milioni d’abitanti, e per capitale Bruxelles, che ne ha 290 mila. Sul mare ha le città di Anversa ed Ostenda, e nell’interno Gand, Liegi, Bruges , Tournay, Mons ed altre di minore importanza. I belgi parlano tutti il francese ed in religione sono quasi tutti cattolici.

L’Olanda giace fra l’aspetto settentrionale  ed occidentale dei Paesi Bassi, fa 3 milioni e 500 mila abitanti ed ha per capitale Amsterdamo,  che ne conta 250 mila. Oltre Asterdamo, sul mare ha Rotterdamo, Flessinga, Helder e Zaardam; nell’interno Aia, Utrecht, Leida ed altre minori. Parlano l’Olandese che è come un dialetto tedesco, ed in religione sono cristiani di una setta protestante.

Per oggi basta! A domani, nuovamente con l’Olanda, ma quella nuova…ah..oggi la chiameremmo Australia!

Scorci

Mentre aspetto la fine di un chonto piuttosto lungo, in attesa della nota geograFICA del giorno, posto un pajo di scorci…

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I CASSETTI

La biNbetta arrrabbiona ha scoperto che con il girello può andare dove vuole. Sta scoprendo il mondo, ma non so per quale ragione scopre solo cose pericolose, come i CASSETTI. I cassetti sono teRibBili, dotati di maniglie e fatti apposta per essere aperti. In cucina ce ne sono alcuni proprio all’altezza della jena, che ha subito capito come si usano, e come ci si fa male. Lo apre, ci mette un dito dentro e poi lo chiude. Solo per una miracholosa combinazione  non si è ancora trinciata un dito. Comincia la conversazione con la nonna…

Io: “Oh mamma…qui questi cassetti sono un problema…”

N: “Si…come facciamo?”

Io:”Boh…mettiamo lo scotch”

N: “No, lo leva e poi lo mastica…ah! Leviamo le maniglie”

Io: ” Eh e poi come li apriamo i cassetti?”

A questo punto la nonna si fionda sul Web…

N: “Ho trovato questi! Fermacassetti per bambini!”

Io: “prendine una cinquantina…”

…Adesso ho capito a cosa serWono tutti quei trojaj a “Io bimbo”…Appena cammina siamo fatti!

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IL COMMIATO

Oggi la mia fidanzata cambia la macchina…La sua punto 1.100 del ’98 non ne poteva più…lei ha sempre detto che oggi una lacrimuccia gli ci scapperà! Ora…dico io…fosse stata un’alfetta, un duetto, una fulvietta gli darei anche ragione…ma una punto scassata!

E pensare che io, quando ho dato via la vecchia Focus gli avrei dato anche due zampate!

Su CHI? Su CHIIIII???

Vedo su repubblica che il giovane premier ha scelto di difendersi nel più trasparente dei modi, accettando di farsi intervistare da un giornalista serio, indipendente e pronto a incalzarlo senza sconti. L’intervista uscirà su un noto settimanale, noto per il rigore delle sue ANALisi politiche: CHI.

Il premier per rispondere alle legittime domande e inchieste di giornali nazionali come Corriere, Repubblica e Stampa e testate internazionali come El mundo, El Pais, Süddeutsche Zeitung, Le monde, Guardian, Times, Economist ecc…ha scelto una rivista di gossip, e per giunta la sua!

Questa è una mossa assolutamente fantastica! Non so chi gliel’Habbia conZigliata, ma sicuramente è un genio della comunicazione, e non ischerzo!

Occhei…il nano ha il giornale, un Cuotidiano tutto per lui (visto che è del fratello)…si…avrebbe anche Libero…ma il direttore gli ha recentemente dato dell’impotente…eh…non si fa! È o non è il presidente chiavador?

Ma torniamo a noi…la mossa è geniale, perché, senza uno straccio di contraddittorio fa arrivare il suo messaggio, la sua verità, direttamente nelle case e nei luoghi roccaforte del suo potere. CHI, il giornale più letto dalla massaja che non deve chiedere mai. È ovunque! Parrucchieri, bar(ri)…in ogni sala d’aspetto che si rispetti ce n’è almeno una copia!

Volete fermare il nano? Fermate le sue riviste della minchia, che vendono una realtà patinata fatta di personaggi finti in perenne combutta tra loro. Hanno un unico scopo: distruggere l’opinione pubblica e inoculare bisogni  e stili di vita da pecore!

Lui parla direttamente al suo popolo! Prima lo si capisce e prima ce lo leviamo dal chazzo!

P.S.

E poi…al gossip si risponde col gossip…

L’America di mezzogiorno

Prima che la rotella nel capo della Sig.na FrauDelCiaro si blocchi coNpletamente…la patria del grande supermarket è una citazione dal filmone Full Metal Jaket…

Come chiesto da dedy passiamo al Südamerika…Cosa s’inZegnava nelle elementari di metà ottocento?

Sempre dal testo del Prof. Pacini facciamo un thuffo nel p’assato:

America meridionale

La Colombia è la parte più settentrionale dell’America di mezzogiorno, e si compone delle tre repubbliche di Venezuela a levante, dell’Equatore o di Quito a ponente, di Nuova Granata nel mezzo, che pigliano fra tutte una estensione di paese grande quasi dieci volte tanto l’Italia, ma non fanno altro che presso 4 milioni di abitanti. Compresa tutta nella zona torrida non c’è poi tanto caldo come in altri paesi nella medesima condizione, perchè ci sono di gran monti e fiumi senza fine: tra questi l’Orenoco e la sorgente dell’Amazzoni che è il più grande del mondo […]

La Guiana giace fra le foci dell’Orenoco e dell’Amazzoni ed è un paese basso, paludoso e malsano, non ostante ci sia una grande ricchezza di vegetazione. La parte più di tramontana spetta algli inglesi con 140 mila abitanti e la città di Nuova Amsterdamo; quella di mezzo agli olandesi con 70 mila abitanti e la città di Paramaribo; L’altra a mezzogiorno ai francesi; che fa 30 mila anime e la sua capitale è Caienna, sepolcro dei condannati.

Il Brasile occupa poco meno dell’America Meridionale, e sebbene abbia molte pianure e così grandi da non verne idea fra noi, pure è un paese piuttosto montuoso che piano. Il terreno è molto fertile, e poi c’è una ricchezza di foreste così fatta che ce ne sono di quelle grandi sei volte tutta la Francia; foreste dove sono tante quantità di bellissimi uccelli, scimie e serpenti velenosi. La popolazione di questo impero, di cui l’interno è poco conosciuto e ci sono indiani selvaggi e forse antropofagi, è di 6 o 7 milioni: la capitale è Rio Ianeiro che ne fa 250 mila, e quindi ne vengono Bahia, Fernambucco e S. Paolo — I suoi fiumi principali sono l’Esequebo, il Tocantino, il San Franasco e l’Amazzoni.

Il Perù è una repubblica di 2 milioni e 500 mila abitanti bagnata a ponente dal grande Oceano. La ricchezza delle sue miniere d’oro e d’argento è passata in proverbio [quale?], specialmente in quella parte che resta a levante delle Ande […]

La Bolivia che si chiama anche Alto Perù è una repubblica che dicono faccia 2 milioni di abitanti, per la massima parte indiani e schiavi negri. Si chiama Alto Perù, perchè è la regione più alta dell’America meridionale, ed il nome di Bolivia lo prese da Bolivar, che la liberò dal tristo dominio della Spagna. […]

L’Uruguai è una repubblica di 250 mila abitanti, che giace a mezzogiorno del Brasile fra l’Atlantico ed il fiume Uruguai [..]

La Repubblica d’Argentina che si dice anche confederazione del Rio della Plata, è una vasta regione a mezzogiorno della Bolivia e del Brasile, che a ponente va fino alle Ande, a mezzogiorno alla Patagonia e al fiume Uruguai, ed al Buenos Ayres a levante. la popolazione che si conosce è di 800 mila anime; ma non sappiamo quasi nulla delle regioni più interne, dove sono numerose popolazioni selvaggie. Il paese è quasi tutto piano, paludoso e soggetto a terribili uragani; l’industria e l’agricoltura non vi hanno fatto un passo [:o].

Buenos Ayres ha nome una piccola repubblica di 250 mila abitanti […]

Il Chilì [con l’accento] è una lunga striscia di terra a ponente della Ande, tutta sul grande Oceano e soggetta a spessi terremoti. A settentrione è sterile e deserta, ma nelle parti di mezzogiorno è fertile[…] Nei monti sono ricche miniere dei più pregiati metalli, e vi si trovano anche pietre preziose. La popolazione è di un milione e 500 mila abitanti, che si governano a repubblica [poi è arrivato Pinochet]: Sant’Jago che ne fa 70 mila è la capitale e Valparaiso il suo porto.

Patagonia si chiama l’estrema parte meridionale dell’America, ed è una terra nuda, deserta ed abitata da uomini selvaggi. A mezzogiorni finisce collo stretto di Magellano, che la separa dalla terra del fuoco. La miseria del luoghi non ha allettato i popoli civili a fermarvisi, e però è questo il paese meno conosciuto di tutta l’America.

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Questo libro è veramente spassosissimo, e dà un’idea veramente nitida di cosa era una terra appena (quasi) affrancatasi dal colonialismo sfruttatore, costellatata di staterelli e giovani repubbliche. Chissà cosa avrebbe pensato il Pacini delle varie dittature sanguinarie che hanno avvelenato questo continente…