Terço giorno al centro di taGlia…
I nonni mi parlano quasi seNpre in dialetto, spinti anche dal fatto che li capisco Guasi completanente…
C’è anche da dire che, abituato al dialetto molfettese stretto dei miej nonni, non mi sp’aWento più di nüllha…
E allora vediamo un po’ d’idiomi lochaly:
1) Qui finisce tutto con la U. CazzU, culU, piattU, tempU.
2) E/ma bbattene! Per cortesia, abbandoni questa posizZione diplomaticamente poco difendibByle.
3) E freghete! Lasci correre, non è il caso.
4) Ma bbaffanculU!! Non la trattengo più, è libero di andare.
5) Aa cidula/monella. La biNbetta, anche non arrrabbiona.
6) U canittU. Il cagnolino.
7) CazzUUU! Usato principalmente a chiusura del perïodo, specialmente in situazZioni concitate. Ha varî signiFICAti, tra’molti, perdincibacco.
P.S.
Domany se il teNpU è clemente andiamo in pellegrinaggio a cotilia!
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lasciami dire che ti capisco perfettamente. Dopo ormai diciotto anni di dialetto spoletino le “U” mi sembrano la normalità. lU gattU , lU cane, lU fijiU ecc ecc.
E io che mi credevo che la U fosse prerogativa dei sardi!
:)))
porchetta?
@1o5: E anche i tuii figli parlano spoletino??
@biba: Si, ma il sardo è veramente incoNpenZibByle!!
@valeria: Si, e soprattutto ficaccia con gli sfrizzUli…:D
Mi sembra quasi come il siciliano, anche noi abbiamo un sacco di U… pero’ da noi si direbbe vafanculu, con la V (poi c’é tutta la letteratura sulla parola minchia, parola prettamente sicula anche se finisce per A, a proposito del cui uso faro’ un post, uno di questi giorni)
schriWi vai…che un po’ di CULtura non ghuasta!