La moda di papi

Un certo risalto è stato dal dal TG2 (sc. term.) a una notizia modajola…seNbra che  una comunista strusciamuri (e probabilmente un po’ figghiadibuttana) del NY times, tale Suzy Menkes, se la sia presa con l’attuale tendenza della moda italiana, a suo dire influenzata e involgarita da papi. Sull’edizione onlAIN del corriere della sera trovo questo servizZio filmato. Questo è il link all’articholo. Le risposte non tardano a farsi sentire, la parola d’ordine è “invidia” sono invidiosi, il momento è duro e quindi arrivano colpi bassi che danneggiano il “made in Italy” a favore di altri interessi nazionali. Sì, potrebbe anche essere vero, ma, vedendo che razza di trojaj hanno messo in passerella, mi viene da penZare che la Menkes tutty i torty non ce li ha. Inoltre, a mio avviso:

1) Il così detto Made in Italy, cioè quella fucina di creativi e cervelli che hanno fatto grande l’Italia, volenti o nolenti sta sparendo, e non per cholpa della concorrenza, ma per colpa nostra, e dell’imbarbarimento della nostra società civile. D’altra parte di cosa ci lamentiamo se adesso si va avanti a colpi di gLandi fratelli e mariedefilippE?

2) La donna, come magniFICAmente descritto dal documentario “il corpo delle donne”, fa la parte del quarto di bue. Che senço ha creare vestiti che valorizzino una figura che viene venduta (tramite un bombardamento vergognoso) quasi nuda? Sono vesiti quelli presentati dal filmato del corriere? A che servono i vestiti quando basta uscire in baby-doll?

E papi che c’entra? C’entra, c’entra…

Sono le SUE televisioni che vendono corpi senza cervello!

SUA è la televisione che ha fatto della volgarità e della volgarizzazione della società la propria bandiera.

La Menkes l’ha capito in una settimana…il popolo bue, dopo trent’anni, brancola ancora nel bujo, e vota il nano.

Altro che invidia!

11 Risposte

  1. uh che deprescion.

  2. mo me suicido, và!

  3. Tralasciando per un attimo l’aspetto socio-politico, è interessante notare come in campo economico, i più grandi fautori del “made in italy”, coloro che pretendono aiuti di stato per risollevare “questo faro di buongusto e qualità che fa grande l’Italia nel mondo” in realtà sono i primi che lavorano per affossarlo.
    E lo fanno appaltando la produzione dei propri prodotti non agli artigiani italiani ma a quei cinesi trapiantati in Italia che lavorano a nero e sottocosto.

    Questo non solo uccide il “made in italy” inteso in senso lato (perchè formalmente è prodotto in Italia) ma soprattutto strozza ancor di più la classe media artigiana e la piccola-media industria.

    Ed il bello è che chi da’ il lavoro a questi artigiani cinesi (che per carità hanno tutto il diritto di lavorare, ovviamente a patto che rispettino le regole\leggi) sono proprio quelli che sbraitano contro gli immigrati!
    E tutto per massimizzare il proprio guadagno a livelli indecenti.

    Secondo una recente indagine (mi pare di Annozero) un famosissimo marchio dell’altissima moda (che non citerò) disegna borse di pelle che nei negozi verranno vendute intorno ai 500 euro. Fatte tagliare e rifinire da un artigiano italiano costano intorno ai 70 euro (fatturati) mentre il cinese di turno fa’ il solito lavoro, a nero e per 30 euro.

    Ed in più vogliono anche gli aiuti per salvare il made in italy!!!

    —Alex

  4. @vale&1o5:EsaCCeraaati! Per chosì pocho!

    @alex: Parole strasante! E te vivi proprio nella zona di massima produzione…Il vero scandalo rimane comunque il divario ENORME tra il prezzo di produzione e quello di vendita…verrebbe da penZare (volendo essere chattyvi) che questa del lusso è solo una enorme stronzata. Il tipo che mi vende le scharpe è un piccolo artigiano che talvolta lavora per un notissimo marchio. Anni fa mi fece vedere delle scarpe che sarebbero andate alla vendita con prezzi sopra i 1000 euro…costo effettivo 90 Euro… :O

  5. Mi piace la Menkes, ha inquadrato benissimo come si sono ridotte le nostre prestigiose firme: “a disegnare collezioni sguaiate e da velina”, in fondo proponiamo in passerella solamente quello che abbiamo in casa (oggi c’ho il dente avvelenato come il crotalo della pineta di ostia, ma di questo ne parliamo a parte).
    E vogliamo parlare dei prezzi sul mercato? Giustificati con “le tasse” che puntualmente vengono evase dai grandi nomi che vendono a prezzi esorbitanti.
    Spero di essermi fatta capire, oggi gira sgruuuuuuuuuunt
    Baci baci

  6. @FC: Gira maluccio eh? TranCuilla…potrebbe seNpre andare peggio…

  7. e se bestemmiassi per 48 ore di filato e sputassi sul ritratto di papozzo-nanozzo per altrettante ore tu che dici, mi calmerei un pochetto?

  8. Tereza: Perchè è degno di cotanta considerazione il papocchio???
    FOR ti ho ringraziato da me, baci baci e a domani

  9. deprmente, deprimente,deprmente…un’orgia di depressione!!!!

  10. Beh, il costo di produzione non può essere diretamente proporzionale a quello di vendita.

    Ci sono altri costi d’impresa che includono la ricerca e sviluppo, la logistica e distibuzione, la pubblicità, il brand, etc.

    Quindi, in poche parole, se c’è gente disposta a pagare così tanto un paio di scarpe, ben vengano (io non sarò tra quelli).

    No, a me fa’ girare le balle l’ipocrisia di questi signori: chiedono gli aiuti e poi fottono allegramente il brand che li tiene a galla (diciamocelo chiaro, con il brand “madeinitaly” ci fanno la differenza!) per 50 euro di guadagno in più a pezzo!

    —Alex

  11. @tereZa: Non chredo…sarebbe seNpre troppo poco. Fa’come me…spera in un’overdose di viagra…

    @FC: Ma dinIullha!

    @alex: Vada per i costi logistici…e di “brand” ma prezzare venti volte mi seNbra eccessivo…

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