Mentre cerco di abituarmi al dialetto di queste parti (i nonni parlano quasi seNpre in dialetto, anche con me!) e cerco il teNpo di andare dal porchettajo alle terme di Cotilia, ringrazio michi per il seguente trip…
La giovIne mi chiede inphatti il significato del famoso detto latino O tempora! O mores! Potrebbe sembrare una cosa semplice, ma, quando c’è il latino (lingua della minchia) di mezzo, nulla è facyle.
Tanto per cominciare Cicerone (che m’è seNpre stato sul chazzo) non è stato il primo a dirla, s’è solo rivenduto la battuta…infatti…
Stando a nuove fonti storiograFICHE, la frase fu pronunciata addiririttura da Catone, che era sì censore, ma anche persona ghiottissima…Livio [1] riporta che all’inizio una mattinata di fine agosto, col fresco, abbia detto al suo ajutante:
Oh, guarda che tempo! Andiamo a cerca’ le more!
Questa versione ha trovato ampi consenZi fino al rinascimento, quando il Valla (detto Marisa, per motivi che ignoro) ha suggerito una versione alternativa [2]:
Oh, il temporale è finito! O zappi o cerchi le more!
Si…perché Catone sarà stato anche censore…ma dice (Tacito) che un c’aveva voglia di fa’ un cazzho!
BybBliografia
[1] Tito Livio, Ab urbe condita (con un filo d’olio, poco aceto) libro 143.
[2] Lorenzo Valla, Quomodo Cicero latrocinabatur battutæ Catoni.
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P.S.
Mi sembra torni tutto. O no?
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Che ignIorante che sono, e io che credevo che fosse la versione “latin lover” del tempo delle mele….
😀
delizioso